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ENDODONZIA A FIRENZE...

La conservazione dei denti naturali
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ENDODONZIA:

CAUSE E RIMEDI

L’endodonzia si occupa della cura dei problemi che partono dalla parte interna del dente, dove nel dente sano è contenuta la cosiddetta “polpa” o “nervo”.

La polpa dentaria è tra i pochi tessuti del nostro organismo che non si rigenerano, non guariscono. Per questo motivo, quando subisce un danno, essa deve, nella stragrande maggioranza dei casi, essere eliminata attraverso la cosiddetta terapia canalare o devitalizzazione. La polpa dentaria può andare in sofferenza sia per eventi unici e intensi come possono essere la carie o i traumi o per un evento di modesta entità ma ripetuto a lungo nel tempo come il bruxismo o la vicinanza ad un restauro “profondo”

In un caso o nell’altro si innesca un processo infiammatorio irreversibile che si manifesta classicamente con i sintomi del cosiddetto mal di denti (pulpite): dolore intenso, pulsante, acuito dagli stimoli termici, soprattutto dal freddo, e dalla posizione distesa (tipico dolore che notturno). Il dolore può essere irradiato attorno al dente colpito o addirittura riferito a distanza da esso tanto che in alcuni casi la diagnosi non è semplice ma il dentista ha a disposizione vari test ed esami radiografici che lo aiuteranno nell’individuazione del dente responsabile. Col passare delle ore il quadro cambia leggermente perché sarà soprattutto il caldo a dare fastidio mentre il freddo allevierà per qualche istante il dolore: quando il dentista vede arrivare il paziente con la bottiglia di acqua fresca in mano può quasi far diagnosi senza neanche far aprire la bocca al paziente!

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    Se non si interviene, nel giro di qualche giorno dall’inizio della fase acuta, il nervo muore (necrosi pulpare), e quasi miracolosamente il dolore scompare…Non è raro in questi casi che soprattutto i soggetti più timorosi del dentista o meno attenti alla propria salute orale, visto scomparire il dolore, evitino di indagare ulteriormente le cause di quanto accaduto o ritengano la malattia guarita.

    Al contrario, se il problema non viene individuato e trattato, i residui infetti del nervo potranno fuoriuscire dal dente e coinvolgere i tessuti che stanno esternamente e intorno ad esso (c.d. parodonto) scatenando una cosiddetta parodontite apicale acuta Essa si manifesta tipicamente con un dolore intenso facilmente localizzabile in quanto il parodonto, al contrario della polpa, è ricchissimo di recettori e terminazioni nervose che servono a percepire stimoli pressori anche minimi.

    Anche in questa situazione la terapia non cambia. I farmaci antiinfiammatori ed antibiotici, infatti, potranno alleviare i sintomi, anche farli scomparire, ma non agiranno in alcun modo sull’origine del problema che rimane la presenza di batteri e tessuto infetto all’interno del dente.

    Dalla parodontite apicale acuta pertanto si potrà passare al vero e proprio ascesso endodontico: oltre ai sintomi appena descritti per la parodontite il paziente si presenta più o meno gonfio nella zona interessata, riferisce una sensazione di “dente allungato”, il dolore è spontaneo e molto intenso, spesso con difficoltà ad aprire la bocca. Molto spesso si ha un “accensione” e quindi un rigonfiamento ed un indolenzimento dei linfonodi che servono la regione coinvolta dall’ascesso.

    Soprattutto in questi casi potrebbe essere necessario procedere con una cura antibiotica prima dell’intervento del dentista in modo che egli possa avere la possibilità di operare correttamente nel cavo orale ma se ce ne sarà modo, egli cercherà comunque di praticare almeno un piccolo foro sul dente in modo da iniziare a far drenare l’ascesso

    Spesso l’ascesso si fa strada da solo verso l’esterno attraverso la cosiddetta fistola. In presenza di fistola il dolore è di solito di scarsa intensità, proprio perché essa impedisce un aumento della pressione endoossea dovuta all’ascesso. Non è raro anzi che una fistola intraorale, soprattutto se collocata in settori difficilmente accessibili, possa essere scoperta per caso dal dentista.

    La sequenza di eventi descritta fin qui è una sequenza “tipo” ma nella realtà le cose possono andare anche molto diversamente e molti degli eventi appena descritti possono susseguirsi senza che il paziente ne abbia percezione.

    Riguardo alla terapia canalare essa consiste sostanzialmente nella pulizia e disinfezione di tutta la parte interna del dente (il cosiddetto endodonto appunto) con vari metodi, prodotti e tecniche. L’anatomia interna di un dente può essere anche molto complessa ed è necessaria la rigida applicazione di determinati protocolli per concludere l’intervento positivamente senza aver problemi successivamente.

    Gli odontoiatri dei nostri centri sono dotati del miglior strumentario per l’esecuzione delle terapie canalari (o devitalizzazioni) secondo lo stato dell’arte e sono esperti anche nel recupero di elementi già trattati precedentemente in maniera non corretta in modo da dover ricorrere all’eliminazione dell’elemento solo in casi estremi.

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